CAROL DODO:
SCENOGRAFIE DEI PAESAGGI INCOMPLETI.
Nell'arte di carlo antonelli e simone zoccheddu, che firmano con lo pseudonimo "carol dodo", c'è una diversita' che sviluppa coerenza perchè si arricchisce di volta in volta di nuove invenzioni, impreviste e perfino sconcertanti. Gli artisti impostano e presentano uno dei raggiungimenti più validi del loro attivismo; scultura materia-uomo, fotografia positività-negatività, agonismo azione-reazione, facendoli passare attraverso mutamenti incessanti. In questa fase, la componente dell'intervento attivo è assicurata mediante l'uso di materiali poveri che vengono inflitti ai manufatti di materia bianca, così da far nascere entro di essi effetti agitati e tormentati. Dopo un periodo di realizzazioni individuali, nel 1998 carlo antonelli e simone zoccheddu, decidono di coniugare le loro esperienze lavorando in comune sulla ricerca per far germogliare quell'attivismo progettuale della loro dinamica artistica. Nascono nei lavori (tra il 1999 e il 2004), sculture e architetture ove predomina un morbido strato di materia bianca, che poi trasformano in fotografia ricavandone un'immagine visuale che unisce in un messaggio globale artificio e realtà. La tendenza al racconto di carlo antonelli e simone zoccheddu è un modello flesso e articolato all'infinito in un linguaggio fermo e pacato, intento casomai a rafforzare i loro convincimenti rivisitando i Maestri che li hanno preceduti su questa medesima strada, il rapporto che riescono a stabilire con Matisse, ricorda quello già stabilito con il grande maestro francese da un protagonista di prim'ordine di tutta la stagione Pop, quale Roy Lichtenstein, ciò mi porta a scorgere significative coincidenze quasi sulla scia di un destino generazionale. Ogni traguardo raggiunto da carlo antonelli e simone zoccheddu azzera le esperienze artistiche passate incidendo un radicale cambiamento nel modo di sperimentare, reinventare, plasmare, rigenerare; al momento la definizione più appropriata della concretezza dei due artisti non pone il rischio di una finzione illustrativa ma la conferma di un modello di trasfigurazione in un'immagine espressionistica. Dopo aver catturato quest'elemento, vitale ed essenziale per la loro immaginifica espressività, attraverso la vigorosa efficacia della forma scultura-architettura è fotografata nelle più fantasiose e improbabili interpretazioni un dialogo concettuale pervaso d'ironia ma anche di fascinosa poetica.
sam porter
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